La Guerra di Osama

Barzelletta

La Guerra di Osama

(parodia ispirata da: La Guerra di Piero, di Fabrizio De André)

Dormi sepolto in un campo

di oppio,

morto ucciso ed appeso ad

un cappio,

che ti fa veglia all'ombra

del fosso,

ove già spunta un bel tocco

di osso.


Così dicevi ed era d'inverno e

con Omar verso l'inferno

te ne vai

triste come chi deve

e, lui ti spunta in faccia

la neve.


Fermati Osama,

fermati adesso,

lascia che Bush ti passi un po' addosso,

dei morti di York ti porti

la voce,

chi diede la vita ebbe in cambio

una croce.


Non lo facesti ed il tempo passava

ed il Kyber s'allontanava

speravi di varcar la frontiera

in un bel giorno di primavera.


Mentre portavi Saddam

sulle spalle,

vedesti Colin giu'

nella valle

che aveva il tuo stesso identico umore

ma la divisa di un altro colore.


Sparagli Osama,

sparagli ora,

e se non basta sparagli ancora

fino a che Omar, non lo vedrà

esangue,

cadere in terra e coprire il suo sangue.


Ma se gli spari in fronte o nel cuore

soltanto il tempo avrà per morire,

ma il tempo a me resterà

per vedere,

vedere gli occhi di Colin che muore.


Mentre gli usi questa premura,

Colin si volta,

ti vede,

ha la goduria,

ed imbracciata l'artiglieria

non ti ricambia la cortesia.


Cadesti a terra senza il Corano

mentre la vita

ti lasciava la mano.

Cadesti a terra senza il Corano

mentre la vita

spariva lontano.


Maometto mio

crepare di maggio

ci vuole tanto,

troppo coraggio.

Maometto bello

dritto all'inferno

avrei preferito

andarci in inverno.


E mentre Omar

ti stava a sentire

dentro alle mani stringevi il fucile

dentro alla bocca

stringevi il Corano

ormai certo

di averlo nell'ano.


Dormi sepolto

in un campo di mine,

con addosso un manto di spine,

che ti fan veglia

all'ombra del cappio,

con tanti bei

papaveri d'oppio.

E se tu la condividessi con gli amici?


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